Da poco più di dieci giorni la Gran Bretagna è fuori l’Unione Europea. In una giornata che rimarrà per sempre nella storia, il referendum sulla Brexit ha decretato la vittoria del «leave» che si è attestato al 51,9% a scapito dei sostenitori del «remain» che hanno ottenuto il 48,1%. Cameron si è dimesso, Farage continua ad esultare, il leader laburista Jeremy Corbyn ribadisce di non avere alcuna intenzione di dimettersi per rispetto di chi lo ha eletto e l’élite seguita a storcere il naso. In molti hanno gridato al voto populista che danneggia il popolo, sottointendendo che chi ha votato per il leave è un ignorante che si è lasciato sedurre dall’appassionante campagna pro-Brexit e prendere dalla paura, soprattutto in relazione alla questione dei selvaggi flussi migratori. Si è trattato di un voto emotivo dunque, secondo l’establishment, secondo diversi espertoni di economia, secondo l’élite, la quale è per natura nemica della democrazia. Quell’élite che, se l’esito di un voto piace e fa comodo, esulta ringraziando il popolo intelligente, in caso contrario denigra il voto democratico, insinuando che sia xenofobo, razzista, populista, pericoloso!
Brexit: un voto che non piace all’élite
La vittoria del Brexit è stata salutata dall’élite come frutto della paura di cittadini ignoranti in materia di economia e finanza, cercando tuttavia di ripararsi dalle accuse di faziosità e antidemocraticità con giri tipicamente cerchiobottisti. In effetti l’élite dispone di diversi metodi per castrare la volontà dei cittadini, dando la possibilità di scegliere solo tra partiti identici o ipotizzando addirittura di rifare le elezioni dopo un verdetto popolare che non va a genio, basti pensare alle recentissime dichiarazioni dell’ex premier “tecnico” Mario Monti, allevato nelle congreghe come la Bilderberg e la Trilateral a proposito del Referendum in Gran Bretagna: “David Cameron ha abusato della democrazia”, e ancora “Sono contento che la nostra Costituzione, quella vigente e quella che forse verrà, non prevede la consultazione popolare per la ratifica dei trattati internazionali”. Dunque secondo Mario Monti è meglio delegare a rappresentanti telecomandati dalle lobby finanziarie che li hanno sostenuti per diventare deputati, il potere di decidere cosa sia meglio per il popolo bue. Andassero a spiegare i vantaggi di rimanere nell’UE agli strati sociali che soffrono, alle periferie, dato che la Gran Bretagna versava all’Europa 14,7 miliardi di euro all’anno e attraverso i fondi ne riceveva indietro solo 6,6. Perché i cittadini inglesi avrebbero dovuto rimanere in questa Europa? Cosa avrebbero dovuto fare per arrestare il degrado? Gli operai di East Lindsay avrebbero dovuto continuare a vivere nelle loro case fatiscenti e accettare passivamente il loro destino di braccia da lavoro? Inoltre il problema non è solo la working class: questa Europa non è in grado di garantire nulla di utile ai paesi che aderiscono, a tutti i cittadini. Bruxelles non conta nulla se non a livello notarile.
I turisti della democrazia, con la loro sfera di cristallo che gli permette di fare previsioni catastrofiste hanno tolto la maschera, il popolo è disinformato, ragiona con la pancia! Il Brexit porterà solo svantaggi al popolo! Brexit: un terrorista su due la consiglia, Brexit: ci sarà l’invasione delle cavallette. Che questo danneggi il popolo è tutto da vedere, ci sono economisti che dicono il contrario e la Gran Bretagna ha radici in Canada, Australia, Sud Africa, Nuova Zelanda, moneta propria, Londra e il circondario sono già adesso una cittadella finanziaria, non ha bisogno dell’Europa, distante anni luce dai reali bisogni di tutti i suoi cittadini, per vivere, semmai è l’Europa che ha bisogno di lei. Il problema attuale è la disgregazione: Scozia e Irlanda del Nord scricchiolano e l’effetto domino è reale. Il voto britannico non è stato un test per avere una risposta giusta ed una sbagliata; il voto è stata una scelta. E i cittadini inglesi non sono così disinformati come si è voluto far credere, hanno votato secondo coscienza, dando un segnale forte a tutti, ribellandosi al tecnofascismo europeo. Del resto la situazione degli operai non sarebbe cambiata di una virgola se la la Gran Bretagna fosse rimasta in Europa. Altro che popolo bue.