Budapest, capitale d’Ungheria, spesso paragonata a Parigi per la sua magnificenza, per la somiglianza delle strade, forse per la rinomata “simpatia” dei cittadini (sens de l’humor! nrd), e per la vita che ruota intorno ad un fiume, il Danubio che divide Buda, la città storica, da Pest, la città nuova. Un dualismo “simbiotico” come ha detto qualcuno che accresce ancor di più l’unicità di questa meravigliosa città dell’Est, con i suoi decadenti palazzi, ma allo stesso tempo eleganti. La decadenza (quasi una vena nostalgica) tipica delle città dell’ex URSS si percepisce già perdendosi nell’ammirare i paesaggi della periferia durante il tragitto in pullman dall’aeroporto al centro città. Decadenza in “ripresa’”, tipica delle città di mitteleuropa d’influenza sovietica, forse dovuta anche al fatto che è stata ricostruita quasi interamente dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Fino al Medioevo i due quartieri di Budapest erano città indipendenti, unite da ponti su chiatte solo d’estate. Oggigiorno collegate da spettacolari ponti, il più importante quello delle Catene, davvero suggestivo soprattutto se lo si attraversa di sera; la vista con i monumenti delle due parti della città illuminati è davvero d’effetto. Pest è la parte più giovane, sempre in movimento, negozi all’ultima moda, ristoranti, i famosi bar, le meravigliose pasticcerie (eh si, i dolci ungheresi sono davvero degni di nota, basti pensare alla torta tipica, la Dobos, cinque strati di pan di spagna, cioccolato e copertura al caramello), l’imponente Parlamento, simbolo di questa città, che si affaccia sul fiume, lungo la passeggiata per arrivarci si possono ammirare, con tanta nostalgia, le scarpe sulla riva del Danubio, opera che ricorda la strage di cittadini ebrei durante la seconda guerra mondiale, che venivano fucilati e gettati nelle acque del fiume. Lo stesso senso d’imponenza che si prova dinnanzi il Parlamento, dovuto anche alla stessa altezza di edificio (intenta a ricreare il giusto equilibrio tra parte religiosa e parte politica della città) lo si prova anche ammirando la Basilica di Santo Stefano, che ospita la reliquia del Re/ Santo, fondatore dell’Ungheria.
Oltre alle vie dello shopping, proprio alla fine della strada più famosa, Vàci Utca, c’è il mercato centrale, il più grande mercato coperto d’Europa; costruzione enorme di mattoni rossi, con il tetto ricoperto di maioliche. Ci si perde tra i suoi banchi di souvenir e specialità tipiche come gli spiedini di salsiccia, pancetta e formaggio o il Làngos, tipica “frittella” con panna acida e formaggio , e sulla quale si possono aggiungere vari ingredienti, e all’interno del mercato si può trovare il più buono della città!
Il quartiere ebraico di Pest, tappa obbligatoria per tutti i turisti che visitano la bellissima capitale ungherese, ha come cuore la Grande Sinagoga di Via Dohàny, la più grande d’Europa e la seconda più grande al mondo, in stile neo-moresco. Fanno parte del complesso della Grande Sinagoga anche il Museo Ebraico, con una vasta collezione di reliquie, alcuni oggetti rituali e anche una sala dedicata all’Olocausto, il cimitero e l’ultimo elemento, l’albero della vita, quasi un memoriale somigliante ad un salice piangente sulle cui foglie sono iscritti i nomi delle vittime dell’olocausto.
Nel cuore di Buda, nella quale ci si arriva con una caratteristica funicolare, sembra di essere catapultati indietro nel tempo, infatti salendo lungo la Scalinata degli Asburgo ci si trova davanti al fulcro della storia di Ungheria: il Palazzo reale, poi più avantila Chiesa di San Mattia con le sue guglie gotiche e il corvo con l’anello d’oro simbolo reale, e il Bastione dei Pescatori, costruzione singolare con sette torri bianche dalla quale dalle sue terrazze vi si trova una vista indimenticabile che è valsa ad ottenere il titolo di patrimonio dell’UNESCO.
La capitale dell’Ungheria ha la seconda metropolitana più antica del mondo e le stazioni sono vere e proprie opere d’arte ‘vintage’. Budapest è luogo di paradossi, capitalismo e comunismo, con le due sponde opposte del fiume, religioni a confronto, eleganza e degrado. Comprendere questa doppia anima è l’essenza del viaggio nella capitale ungherese.