La vita di Edith Irene Södergran fu breve come una “stella caduta risuonando”, anche se la sua luminosità fu più evidente per i posteri. La giovane poetessa finlandese infatti fu considerata post mortem una delle voci più autorevoli dell’espressionismo e del modernismo nazionale e della poesia svedese (lingua in cui si espresse, pur essendo finlandese).
Il modernismo di Södergran
Södergran molto probabilmente è stata profondamente influenzata dai simbolisti, influenza che ritroviamo anche in questa lirica struggente e suggestiva, fatta di immagini e di languore. Lo stesso languore con cui attendiamo che l’altro si avvicini nonostante le schegge a baluardo della nostra condizione solitaria
Quando viene la notte,
io sto sulla scala e ascolto,
le stelle sciamano in giardino
ed io sto nel buio.
Senti, una stella è caduta risuonando!
Non andare a piedi nudi sull’erba,
il mio giardino è pieno di schegge.
Tramite l’uso di vari mezzi stilistici, la poetessa scandinava canta la bellezza e la ricchezza della vita, e alterna visioni di beatitudine ultraterrena a momenti di malinconica rassegnazione, in un personale mondo di immagini.
Södergran e lo svedese
Lo svedese non era né una scelta pragmatica né una lingua ovvia per la poesia d’avanguardia di Södergran, la quale, nata da immigranti finlandesi-svedesi a San Pietroburgo e dove frequentò una scuola preparatoria tedesca, era competente in tedesco, russo, francese e inglese, oltre allo svedese nativo.
Allo stesso modo, la decisione di Södergran di passare allo svedese per la sua poesia pionieristica ha limitato la circolazione del suo lavoro tra il pubblico accademico e quello popolare negli Stati Uniti.
Ma passare allo svedese è stata una decisione decisamente avanguardista, coerente con la visione di Södergran per la sua arte. Ha cercato di liberare l’anima svedese dalla decadenza delle generazioni precedenti e di infonderle un nuovo spirito rivoluzionario.
L’importanza della natura
Nel suo manifesto “Arte individuale”, la poetessa scrive, “Jag betraktar detgamla samhället som modercellen, som bör stödjas till dess individerna resa den nya världen” [Considero la vecchia società come una cellula madre che dovrebbe essere sostenuta fino a quando gli individui non erigeranno il nuovo mondo].
Infine, e forse più significativo per la sua duratura influenza, è il suo lessico poetico straordinariamente semplice, che seduce i lettori a impegnarsi con una poetica che risulta non essere né semplice né naturale per le definizioni convenzionali.
Il lessico preferito di Södergran coinvolge gli elementi primordiali della natura, come i colori primari (soprattutto rosso, blu e bianco), fuoco, vento, acqua, sole, stelle e le caratteristiche fisiche del corpo femminile, da cui emanano tutti gli altri elementi. Il corpo femminile, quindi, funge da luogo e fonte di creazione per i nuovi campioni di poesia Södergran.
La forte associazione del poeta-oratore creativo con le funzioni fisiche del corpo femminile ha un’importanza particolare per la poesia lirica dati i suoi usi elegiaci convenzionali, in particolare da parte di un oratore maschio che desidera un’amata perduta.
Come sostiene Teresa Brennan, “l’ordine simbolico in cui opera il linguaggio, che rende possibili la cognizione, l’articolazione e il giudizio, è stato basato su una fantasia psichica della donna”.
Nelle poesie di Södergran inoltre sono state evidenziate dalla critica dei legami con il mito di Arianna abbandonata da Teseo.
Fonte https://www.ilcapoluogo.it/2020/06/28/emergenza-poesia-le-stelle-di-edith-sodergran/