Il crepuscolo del sogno, pubblicato da Erudita Editore, è il nuovo libro di Costanza Marana.
Classe 1978, Costanza Marana è nata nella città dal respiro eterno, Roma, ha vissuto nell’eterogeneità e nella contraddizione che la accompagnano. Seconda patria, Firenze, dove l’armonia primigenia e composta conserva l’animula, vagula, blandula di sua nonna.
Ha conseguito dapprima una laurea in scienze politiche con indirizzo storico, concludendo con una tesi concernente la tematica delle aspettative di ruolo. L’attesa e la coscienza di formare un’identità e un’individualità hanno orientato i suoi interessi verso una laurea magistrale in storia medievale e moderna.
La sensazione di sentirsi inserita in un continuum con la memoria e in continua dialettica con il passato l’ha portata ad eseguire un lavoro storiografico su alcuni carteggi di metà del seicento, ricostruendo la vita della duchessa Giovanna della Tolfa Frangipane Orsini attraverso il suo stilema, il suo respiro tra una parola e l’altra, la sua punteggiatura emotiva.
In seguito alla pubblicazione di questa ricerca in una miscellanea (“Papa Benedetto XIII Orsini. Studi e testi.”, Adda editore, 2017) avente ad oggetto il personaggio di papa Benedetto XIII Orsini, ha collaborato con alcune riviste di settore storico-artistico.
La storia e la letteratura si compenetrano e ogni storico ha un suo impianto immaginifico. La tensione costante che anima la scrittrice, l’ha portata a scrivere un manoscritto di narrativa, intitolato “Rêverie di una vita in terza persona”, pubblicato dall’Erudita Editore (2020).
Un testo in cui la protagonista, abbandonandosi allo stato precosciente della Rêverie, si affranca dall’ordine del tempo e ritrova la sua tonalità primaria costruendo un sistema di pensiero ideale. Il romanzo “Il crepuscolo del sogno” è animato dalla stessa tensione, costante e vitale che cerca di contrastare i compromessi della contingenza dell’esistenza, seppur, in questa seconda opera, il legame con il reale è molto più sentito, stimato e assecondato.
Dopo il primo libro Rêverie di una vita in terza persona uscito lo scorso anno, sempre per Erudita Editore. Costanza Marana torna sul panorama editoriale con Il crepuscolo del sogno
Il crepuscolo del sogno: Sinossi
Era una di quelle giornate in cui il sole appariva severo, senza amore. Si mostrava in cielo, offuscato da una piccola coltre, che ne spegneva l’ardore. Si poteva scorgere l’ombra di Fetonte, impossessatosi del carro di Apollo, che, accecato dalla vanagloria, cadeva e giaceva al suolo, senza il perdono della luce. Aurelian guardava dalla sua finestra. Lo faceva ogni mattina, alla stessa ora, come fosse la prima volta. Un rituale ossessivo in cui egli si consacrava terreno, terrestre.
Compulsivamente, dava uno sguardo al palazzo di fronte e, tra i lembi di tende, rubava gli inizi e i risvegli delle persone. Come il vecchio maresciallo vedovo che non conosceva il risveglio poiché non conosceva l’abbandono. Viveva in uno stato di veglia costante, in cui la notte e il giorno erano privi d’identità. Oppure la sposa fanciulla che mai girava il capo, senza volto, senza espressione, della quale solo la nuca poteva scorgersi, con una lunga treccia composta, rigida, immobile
Il crepuscolo del sogno descrive l’orma di una vita, contemplata nelle sue suggestioni, nei suoi meccanismi inconsci e automatismi, profusi nel contesto reale.
Ad Arles, “ove Rodano stagna”, cellula, esistente e allo stesso tempo immaginaria, dell’iter narrativo, si compone il selciato percorso da Aurelian. Nella rappresentazione simbolica del testo il vero protagonista rimane il manto argenteo del Rodano. Dalla bocca alle sue foci, esso costituisce rifugio e antro di un altro universo parallelo, dove vige la legge del mondo delle acque, ingannevoli, senza memoria e senza tempo.
L’esistenza di Aurelian si rivela nel contesto familiare, in quello sentimentale e nei rapporti d’amicizia; nel perdersi nel Creato, militando nell’imbrunire, perseguendo, affiancandola alla realtà, una causa immaginaria. Al medesimo tempo si sovrappone la realtà della tenerezza e del grottesco dei sentimenti vissuti negli aspetti più concreti, in cui all’affetto per l’estrema delicatezza di una donna, Adele, corrisponde la volontà di autocondannarsi a “un sorriso di chi nasconde”, Ambre.
Aurelian filtra ogni aspetto della vita con l’intelletto. Egli prende consapevolezza del Bene e del Male attraverso l’arte, contemplando il giudizio universale della cattedrale di Saint Trophime, battezzato alla religione dell’infinito sul ponte di St. Bénézet. Egli stesso vuole far parte del giogo simbolico come nell’attimo in cui si ferma ad ascoltare il canto languido di Titone oppure si ammanta del giallo isterico della pittura di Van Gogh. Lo scenario è mobile: una piattaforma onirica; la Camargue immersa in una nuvola rosa di fenicotteri; una locanda-teatro in cui si rappresenta il paradosso della vita.
Ad Arles, “ove Rodano stagna”, cellula, esistente e allo stesso tempo immaginaria, dell’iter narrativo, si compone il selciato percorso da Aurelian. La sua esistenza si rivela nel contesto familiare, in quello sentimentale e nei rapporti d’amicizia. Lo scenario è mobile: una piattaforma onirica; la Camargue immersa in una nuvola rosa di fenicotteri; una locanda-teatro in cui si rappresenta il paradosso della vita.
Nel contesto narrativo organico, reale e immaginario si compenetrano in uno stilema quotidiano che associa e rimanda a riferimenti culturali, letterari e artistici, immergendo i vari personaggi nell’eterogeneità delle vicissitudini.
“Ho scritto Il crepuscolo del sogno perché credo nella continuità dell’idea di letteratura e scrittura che propongo fondata sulla ricerca della bellezza e della poesia nelle malie del quotidiano, edificata sul potenziale immaginario, non esclusivamente autoreferenziale, e che consideri la memoria e il passato poiché tutti noi siamo parte di un continuum – ha dichiarato l’autrice Costanza Marana.
Provengo da studi di storia medievale e moderna e da un’esperienza nell’ambito letterario-scientifico e credo profondamente nel connubio tra letteratura e storia poiché l’astrazione e l’immaginazione fanno parte del tessuto reale. Il libro è nato al crepuscolo. In quel momento che succede al tramonto in cui la luce è incerta che io amo chiamare insulare poiché si può percepire vivo il contatto con la parte più intima di noi stessi, il nostro inconscio, il nostro pensiero. Il significato del mio libro è racchiuso nella parola ‘tensione’. La tensione verso la propria tonalità primaria. Il rapporto tra la finitezza dell’uomo e il creato che lo circonda, il rapporto tra la contingenza e ciò che è eternabile”.
Da lettrice Costanza Marana ha sempre creduto nel potenziale visivo della lettura e lo si percepisce nitidamente anche quando indossa le vesti di scrittrice.
Leggere è entrare in un’atmosfera e nell’esperienza di autrice, attraverso lo scambio con i lettori, ha creato un circolo virtuoso, un gioco di rimandi, accedendo, insieme, a quel piccolo mondo antico che descrive la poetica del quotidiano.
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