Mother Water Blues è il nuovo romanzo dello scrittore Elia Rossi, pubblicato da Durango Edizioni sul mondo della boxe, a metà tra romanzo di formazione e opera conoscitiva scaccia pregiudizi su uno sport abbastanza divisivo.
Con una narrazione moderna, riflessiva e attenta Elia Rossi porta il lettore all’interno di una storia avventurosa e combattiva. Con ironia l’autore fa conoscere il mondo della boxe con i due personaggi che interfacceranno tra loro. Così Elia Rossi parla della scrittura: <<Scrivere è un modo per mettere alla prova quegli oggetti della coscienza: scegli un’idea, una sola tra le tante, e provi a vedere se regge la messa a fuoco, se sopravvive alla luce in esterno della parola scritta>>.
“Spero innanzitutto che i lettori si divertano. Il primo strato del romanzo è infatti quello dell’avventura: dall’infanzia tra le strade di Benin City, fatta di caccia ai serpenti e fughe dai demoni, fino alla scoperta del pugilato, con le sue palestre piene di stralunati eroi. L’ironia è il tono di fondo di questo livello del racconto” dichiara l’autore. “Poi c’è sicuramente il ruolo della cornice, che forse è più riflessivo: due personaggi molto diversi, un pugile africano e un giornalista bianco e borghese, che si aprono l’uno all’altro mentre il mondo cambia le carte in tavola (soprattutto con il Black Lives Matter e con il tema della presunta cancel culture). In questo senso, spero che al lettore piaccia anche essere provocato e seguire sviluppi del ragionamento sinceri e privi di pregiudizi.”
“…La boxe è una celebrazione della religione perduta” ed è “roba da uomini, parla di uomini, e uomini”. Uomini, uomini, uomini. Se tutte le storie sono storie di iniziazione, è infatti vero che non tutte le iniziazioni sono uguali. Alcune iniziazioni, infatti, si svolgono all’ombra dei padri, altre all’insegna delle madri. Immagino che la boxe rientri nel primo caso. A partire dal più mascolino dei fraintendimenti…”
Trama
Joshua N. è un pugile italo-nigeriano. Sul ring mostra una faccia buia e dura. I suoi cazzotti stendono uomini grossi come giganti. Almeno così lo vede Gionatan L., un aspirante giornalista che si trova a intervistarlo senza aspettarsi nulla di più di qualche aneddoto sportivo. Tuttavia, tra i due scatta qualcosa. La storia personale di Joshua scuote nel profondo il suo intervistatore, che si trova a smettere i panni del giornalista per inseguire quel racconto di demoni vudu, padri che nascondono misteri e coincidenze che determinano destini. In un dialogo fatto di avvicinamenti e fughe, soprattutto nei giorni del Black Lives Matter, Joshua e Gionatan finiranno per spogliarsi dei propri rispettivi ruoli, scoprendo, nella vergogna e nella confidenza, che l’umanità è una sola e che, in fondo, i segreti degli uomini sono tutti uguali.
L’autore
Elia Rossi ha 37 anni e fa l’insegnante di filosofia nel torinese. Ha all’attivo due romanzi: L’anno dei cavoli a merenda (Alcheringa, 2014) e Fortunale (L’Erudita, 2016). Ha pubblicato racconti su riviste letterarie come Nuova Prosa e scritto recensioni per La balena bianca. Nel 2018 ha partecipato all’antologia NO – Dieci racconti per un nuovo immaginario novarese (Edizioni Effedì). Ha curato un laboratorio di scrittura creativa che si è svolto in contesti diversi, come biblioteche, licei e carceri. Con l’amico e scrittore Luca Colombo ha dato vita a uno spettacolo di pugilato letterario che si è svolto in pub e caffè letterari.