Quante volte anche persone che poco conoscono le Sacre Scritture utilizzano frasi bibliche per far colpo sul proprio interlocutore? E quante volte persone credenti danno un significato errato ai versetti dei Vangeli?
Il professor Aniello Clemente, docente di teologia, eclettico studioso e personaggio istrionico, fa chiarezza in un piccolo libro intitolato Quello che forse non sai… , Editrice Domenicana, su quello che crediamo di conoscere in merito al Vangelo, affinché l’insegnamento della religione cristiana, già considerato trascurabile se non assolutamente evitabile, si svolga in conformità con gli obiettivi formativi della scuola e con la metodologia adeguata, per offrire uno specifico contributo alla formazione integrale della personalità di chi impara.
Come recita la prefazione al libro, la lettura attenta dei quattro Vangeli porta a dei risultati sorprendenti. Molte delle convinzioni sulla storia di Gesù non hanno fondamento biblico, ma nascono da tradizioni religiose che nel corso dei secoli si sono sovrapposte a testi sacri fino a trasformarsi in cosiddette credenze popolari giunte fino a noi.
Quello che forse non sai… è un bisogno di una conoscenza storica più seria e documentata che un semplice libro per soddisfare delle curiosità.
Si prenda ad esempio la nascita di Gesù, i Vangeli non dicono nulla data, ma la storia ci può aiutare. La Palestina era sotto il dominio dei romani. Nel 63 a.C. Pompeo l’aveva conquistata e Gesù nasce mentre a Roma c’è Augusto. Questo dato lo ricaviamo dai Vangeli e nello specifico dai censimenti In Palestina ne fu stilato uno il VI-VII SEC d.c., quanto tal regione passò in mano ai Romani. In tale occasione divampò la rivolta del galileo Giuda. Di ciò è conservata traccia negli Atti degli Apostoli.
Gesù è morto sotto il successore di Augusto, Tiberio, l’attuale era cristiana fu stabilita dal monaco scita Dionigi il Piccolo, per unificare i vari calendari esistenti e per indicare che Gesù fu l’iniziatore di un’era nuova e il centro della storia. Secondo alcuni studiosi moderni Dionigi avrebbe commesso un errore, ovvero quello di ancorare l’era cristiana al primo gennaio 754 a.C., senza accorgersi che alla data stabilita per la nascita di Gesù il re Erode era già morto.
Questi studiosi ritengono che la nascita di Gesù vada anticipata come minimo di sei-sette anni e collocata probabilmente al 6/7 a.C., ciò ovviamente vuole dire che alla sua morte il Messia aveva 37-38 e non 33.
Altra credenza da sfatare: la caduta di San Paolo da cavallo. Tutto ciò che sappiamo su San Paolo lo desumiamo dagli Atti degli Apostoli e dalle Lettere a lui attribuite. Saulo è figlio di genitori ebrei della tribù di Beniamino ed eredita la cittadinanza romana dal padre. Studia a Gerusalemme e diventa parte integrante del gruppo dei Farisei ed assiste alla lapidazione di Santo Stefano.
Ancora una volta l’iconografia può venirci in aiuto e Caravaggio ha centrato con il suo dipinto che raffigura il possente cavallo di Saulo che quasi schiaccia con il suo zoccolo il folgorato uomo che giace a terra. Ha centrato in quanto il grande artista dà senso alla costruzione delle Chiese, erette per i poveri, per far comprendere meglio il senso delle omelie attraverso i dipinti.
Tuttavia non c’è mai stato nessun cavallo: “Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi non vedeva nulla; e quelli conducendolo per mano lo portarono a Damasco” (At 9,8).
Nella società in cui viviamo è sempre più importante educare una persona, nel senso di generarla nella pienezza della sua umanità affinché il progetto culturale non venga distrutto dal relativismo e dallo scetticismo.