L’Antartide è stata scoperta prima di Cristo ed è stata toccata fisicamente nel XVIII secolo, nonostante già Aristotele parli del continente. Questa terra gelida e ghiacciata che contribuisce continuamente ai cambiamenti del nostro pianeta, con le sue dimensioni è uno dei moti principali del sistema naturale/ambientale globale. Il primo che toccò le coste dell’Antartide fu James Cook nel 1774, mentre le prime missioni italiane si facevano in nave partendo dalla Nuova Zelanda.
L’avvocato Alberto Muzzi, cimentandosi in un saggio geopolitico e ambientale dialogato dai risvolti thriller e distopici, sposta l’azione della vicenda raccontata ne “L’ultimo continente” pubblicato dal Gruppo Editoriale Santelli, in un futuro non troppo lontano.
Nel 2039, l’aumento vertiginoso delle temperature ha reso l’Antartide un territorio abitabile. I governi di vari Stati attendono in segreto la scadenza, ormai prossima, del Trattato di Internazionalizzazione dell’Antartide, per appropriarsi di un continente vergine, incontaminato e ricco di risorse naturali. Leo, consulente legale di Roma, viene ingaggiato da Katrine, geologa e figlia del presidente del Sud Africa, per assisterla in una disputa legale contro la Gas Prom, multinazionale norvegese che la ragazza reputa coinvolta nella morte del padre. Mettendo alla prova le sue doti investigative, Leo scoprirà l’esistenza di una società segreta, della quale la stessa Katrine fa parte, chiamata “Protocollo”. I due resteranno intrecciati in una pericolosa missione internazionale da cui dipendono le sorti dei popoli di tutto il pianeta. La storia di questo romanzo, sebbene inventata, è paurosamente plausibile, perché basata su fatti storici, evidenze documentali ed eventi realmente accaduti.
L’ultimo continente richiama alla memoria l’omonimo eco-romanzo di Midge Raymond, ma a differenza del romanzo della scrittrice statunitense, l’opera di Muzzi si concentra sul senso di inquietudine che domina la storia e i rapporti di potere sulle questioni ambientali e climatiche cui fa da contraltare il rapporto sentimentale tra i due protagonisti. In tal senso è degna do nota la costruzione dei personaggi principali. Leo ad esempio è l’antieroe della storia, un uomo comune, che si trova improvvisamente catapultato in un mondo più grande di lui, fatto di segreti e complotti che minacciano la sua vita, Katrine, invece è una donna forte e determinata, guidata dal desiderio di giustizia e dalla volontà di scoprire la verità sulla morte del padre. La loro relazione costituisce di per se un breve racconto sentimentale immerso in una vicenda geopolitica complessa, un inserto romantico che conferisce maggiore umanità ed emotività alla storia.
La scoperta dell’esistenza del “Protocollo”, una società segreta di cui Katrine fa parte, complica ulteriormente la trama. Si tratta di gruppo, che opera nell’ombra, impegnato a prevenire che l’Antartide cada nelle mani sbagliate, proteggendo non solo il continente ma anche l’assetto geopolitico globale; è credibile l’idea di una società segreta che lavora per il bene comune attraverso mezzi non convenzionali? Questo si chiede inevitabilmente il lettore, che si sente non estraneo all’ambientazione distopica, talmente è plausibile e razionalmente realizzabile. Non mancano riferimenti alla stretta attualità e in particolare al gigante energetico russo Gazprom attualmente in declino a causa del crollo delle vendite:
«Seguiamo il filone russo…» rispose cripticamente. Ero indeciso se insistere o meno. Vivevo nel costante timore di “svelare” la mia finzione. Gretel aveva parlato di attività commerciali della Gas Prom. Alex parlava, adesso, di “filone russo”. Feci uno più uno.
«Intende le attività commerciali intrattenute dalla Gas Prom con il governo russo?»
«Esattamente» rispose ancora Alex che, però, non aveva alcuna intenzione di sbottonarsi.
La Russia d’altronde, si presta benissimo a storie dove i complotti e gli intrighi la fanno da padrone, complice la natura misteriosa e incomprensibile dell’orso russo, intuita da Winston Churchill: “La Russia è un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma”, celebre citazione il cui significato sembra davvero aleggiare per tutto il libro, inducendo il lettore ad interrogarsi sul valore della visione politica e culturale adottata da una Nazione.
Muzzi dimostra abilità nel mantenere alta la tensione narrativa, alternando convincenti passaggi thriller, inserti informativi sulla storia delle spedizioni in Antartide, a momenti di riflessione, di analisi storica, attraverso soprattutto lo sviluppo dei personaggi che interpretano spesso i pensieri che si pone il lettore. L’intreccio, sebbene abbastanza complesso, si dipana chiaramente, grazie ai colpi di scena ben congegnati da parte dell’autore che contribuiscono a mantenere alto il livello di suspence.
L’autore
Alberto Muzzi, avvocato, laureato in Diritto Commerciale Internazionale all’Università di Firenze. Consulente in materia di impresa e diritto ambientale. Appassionato di viaggi e di scrittura, trae ispirazione dalle mete che ha visitato.