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Tag Archives: crepuscolarismo

Corrado Govoni, l’eterno fanciullo amante della natura

Corrado Govoni

Nato il 29 ottobre 1884 in provincia di Ferrara, Corrado Govoni è stato un autore dallo stile eclettico e sperimentale che dopo una prima esperienza poetica crepuscolare, decide di aderire al futurismo per poi staccarsene e ritornare alle origini del suo stile letterario. Lavora nell’azienda di famiglia quando, fin da ragazzo, si accorge di avere una propensione pulsante verso la poesia; Govoni, infatti, esordisce giovanissimo nel mondo della letteratura.

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La casa editrice Pan di Lettere annuncia l’uscita di ‘Nell’Inferno’ di Arturo Onofri

Onofri

Per la prima volta, grazie all’accurato lavoro della studiosa Magda Vigilante, sono stati editi i racconti raccolti nell’Archivio Arturo Onofri della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, i quali testimoniano una diversa attività di Arturo Onofri conosciuto come poeta la cui produzione risente, all'inizio, oltre che dei poeti francesi, di Pascoli e soprattutto di D'Annunzio, adottando modi d'un titanismo estetizzante, sfiorando anche il crepuscolarismo e le esperienze dei primi vociani.

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Guido Gozzano: ‘Invernale’

Guido Gozzano

La lirica Invernale è tratta dalla raccolta I colloqui, del 1911 del poeta torinese Guido Gozzano. Considerata da Eugenio Montale una delle migliori novelle in versi di Gozzano, essa vale infatti quanto un breve racconto: un'occasionale pista per il pattinaggio invernale, un gruppo di giovani pattoinatori e la sfida del pericolo, tra turbamenti d'amore e angoscie esistenziali.

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Anna degli Elefanti, la “cantilena” di Moretti

Marino Moretti, poeta e romanziere crespuscolare che ha condotto un'esistenza solitaria tra esalatazioni e vittimismo, è stato senza dubbio uno degli scrittori più costanti e prolifici che il '900 abbia mai avuto. Ci troviamo di fronte ad uno scrittore che conosce il proprio mestiere con una sicurezza ormai consumata, fino alla monotonia che rappresenta perà il suo limite. Lo riconosce lui stesso, e infatti nella prefazione al romanzo Anna degli Elefanti (1937) allude al costante amore per i poveri, che lo hanno portato incolume fino alla presente monotonia artistica. E quando si parla di monotonia in Moretti, bisogna far riferimento non tanto alle vite dimesse dei protagonisti delle sue opere, quanto alla costanza di una cantilena che è una sola cosa con la sua voce di narratore.

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Guido Gozzano: il poeta desolato

Guido Gozzano è considerato l’ultimo dei nostri classici, poiché è un autore che ha modellato una materia già esistente in modo del tutto personale. Parte infatti dalla poesia dannunziana per poi distaccarsene, attuando un processo di conversione anche spirituale, tutto volto a Dio. Distaccandosi dall’estetismo e riducendo al minimo le componenti dannunziane, modifica il suo stile, rendendolo sempre meno lirico e più prosaico.

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Camillo Sbarbaro, una vita ad occhi chiusi

Camillo Sbarbaro

Sbarbaro ha condotto una vita appartata, sostentata dopo l'abbandono dell'industria con ripetizioni di latino e greco. Muore nel 1967. La sua poesia rientra nell'espressionismo più per i temi che per lo stile: le scelte formali sono lontane dalla tensione violenta degli espressionisti contemporanei. Il lessico è banale e quotidiano, e lo stile prosastico con l’influenza della metrica tradizionale. Anche se la materia è autobiografica Sbarbaro riesce a scrivere poesie che trattano con distacco la sua stessa vita, dovuta evidentemente da una scarsa vitalità. Il protagonista degli episodi narrati si presenta come un fantoccio o un sonnambulo che vive la vita alienante in condizione di oggetto e non di soggetto. Al poeta non resta altro che guardarsi dall'esterno diventando spettatore di sé: è questo il tema dello sdoppiamento che caratterizza tanto la sua poetica.

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Sandro Penna: la poesia come luogo di confessione

Sandro Penna

La poesia di Sandro Penna dunque diviene strumento di delicata confessione, di cauta trasgressione, con la quale inserire la propria identità in una società che la taccia come diversa. Ancora una volta la letteratura dimostra di poter rovesciare le sicurezze dell’uomo, i baluardi delle sue convinzioni, tramutando in “bianco ciò che socialmente è nero” , rendendo normale e quotidiano ciò che nella realtà vien visto come diverso. La letteratura scavalca i limiti posti dalle convenzioni, dai pregiudizi, diviene luogo del tutto e del nulla, rispecchia la realtà e ne offre altre mille facce, diviene, ricollegandoci ancora una volta alle parole di Freud, luogo dell’” inconscio”.

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Sergio Corazzini: il poeta piangente

Sergio Corazzini (1886-1907) Nasce a Roma da una famiglia poco benestante, tant’è che per ristrettezze economiche dovette abbandonare gli studi e lavorare in una compagnia d’assicurazioni. Colpito da una grave forma di tubercolosi muore nel 1907 a soli 21 anni.

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