Kaputt è la coreografia della drammatica resistenza di ogni forma di vita di fronte al tetro scenario del potere tecnocratico nazista. Resistenza di individui, popoli, molto spesso anche animali. Questa lotta collettiva, allo stesso tempo sempre individuale, trova nella narrativa di Malaparte inaspettate analogie nella figura di Cristo, nella sua passione, nel suo finale sacrificio come capro espiatorio di un’intera collettività.
Read More »Il paradosso Italiano di Curzio Malaparte, tutto e il suo contrario, per il gusto e lo spirito d’esser libero
La traiettoria di Curzio Malaparte costituisce una fortissima e stridente eccezione nel gran panorama dell'intellettualità europea del Novecento. Egli fu tutto ed il contrario di tutto, per il gusto e lo spirito d'esser libero. L’Italia non esiste se non come paradosso. E magnifico, irrisolvibile, svociatissimo paradosso fu Curzio Malaparte. L’antitaliano più arcitaliano degli italiani, ma pur sempre straniero. Kurt Erich Suckert, nato pratese, perciò toscano, che più italiano non v’è, da Erwin Suckert, un tedesco, ed Evelina Perelli, una lombarda. Uno straniero, Curzio Malaparte, di un genere del tutto particolare: uno straniero in patria, ma non profeta, un uomo fuori luogo nel mondo, e tal mondo, il mondo – come nei suoi scritti – è l’Europa.
Read More »Giovanni Battista Angioletti, autore neoclassico
Giovanni Battista Angioletti, nasce a Milano il 27 Novembre del 1896, da una famiglia medio-borghese. Già a diciassette anni fonda il suo primo settimanale La TerzaItalia, di stampo nazionalista ed interventista. Il romanzo che invece ha fatto sì che si diffondesse la sua fama in quanto autore è stato Il giorno del giudizio, grazie al quale si è ggiudicato anche il Premio Bagutta.
Read More »‘La pelle’: il viaggio nel ventre di Napoli di Curzio Malaparte
La Pelle è una “rivelazione d’orrori” e Malaparte rimanda continuamente a tumulti provenienti dai vicoli della città, voci, clamori, una città che si sente attaccata. L’autore è stato spesso accusato non solo di aver descritto i “giorni bui” dell’occupazione alleata, interpretandoli secondo la sua visione, ma addirittura di provare gusto con queste macabre descrizioni (corpi straziati, sangue ovunque, miseria), oltre alle pagine definite “dello scandalo” dove emergono dettagli come le parrucche bionde sui sessi delle brune per invogliare i neri, la figliata omosessuale, insomma scene forti, inconsuete, che restano impresse quasi fossero un oltraggio ai napoletani.
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