Un estremista della semplicitá, il poeta dei contadini e degli operai, il narratore più umanamente coinvolto con i suoi personaggi. Il cinema italiano piange Ermanno Olmi, scomparso ieri a 86 anni, con la consapevolezza di avere perduto un autore insostituibile non solo per il talento e la versatilitá, ma soprattutto per le radici, la formazione, la coerenza e la moralitá con cui ha contrassegnato oltre cinquant’anni di carriera: rincorrendo e realizzando, infatti, i sogni del giovane cinèfilo bergamasco, poi ragazzo della milanese Bovisa e infine adottato altopianese d’Asiago, Olmi è stato in grado di rappresentare da un’angolatura inconfondibile sia la progressiva sparizione dei valori della cultura cattolica contadina, sia il travaglio delle mutazioni e le omologazioni subite dal proletariato ubano. Se nel giorno della scomparsa è normale che i media tramandino l’alto profilo professionale dell’Olmi insignito di una Palma d’oro, due Leoni veneziani e un’infinitá di David e Nastri, è indispensabile ricordare che la sua strada non è stata spianata sin dall’inizio perchè all’epoca dell’esordio al crepuscolo dei ’50 fino alla consunzione nell’estremismo dello tsunami sessantottino il suo identikit è stato tenuto in sospetto d’ambiguità e non era affatto scontato per i cineclub programmare la tenera storia d’amore di Il posto invece della Corazzata Potemkin o Il posto delle fragole.
Read More »‘Il segreto del bosco vecchio’ di Buzzati: il senso delle occasioni perdute
Nel racconto fiabesco "Il segreto del bosco vecchio" dello scrittore, giornalista e drammaturgo Dino Buzzati, la montagna, il bosco, gli animali, gli spiriti sono protagonisti indiscussi di uno scenario onirico e reale al tempo stesso
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