In Rock. Più che un titolo, un imperativo categorico. Un comandamento. Uno stile di vita. Con questo incredibile quarto album i Deep Purple sprigionano, per la prima volta, il loro inimitabile sound, ruvido come carta vetrata, solido come una roccia e grande come una montagna. Già dalla copertina (a giudizio dello scrivente una delle più belle mai realizzate) Gillian e soci mettono subito le cose in chiaro, facendosi ritrarre scolpiti sul fianco del Monte Rushmore, al posto degli storici presidenti degli Stati Uniti. Non si tratta di megalomania ma di grandezza e potenza. Dopo aver sostituito Rod Evans e Rick Simper con Ian Gillian e Roger Glover, i Deep Purple trovano la quadratura del cerchio e si apprestano a diventare i “presidenti” della scena musicale anni ‘70. Non per nulla sono considerati, insieme a Led Zeppelin e Black Sabbath, i padri fondatori dell’hard rock e successive derivazioni. Ma mentre gli Zeppelin sono più immediati e sanguigni ed i Sabbath più tormentati e rabbiosi, i Deep Purple sono più tecnici e raffinati, contaminando il loro stile con la psichedelia, il progressive e persino le suggestioni classiche.
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