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‘Born under a bad sign’ di Albert King: la fenomenale giostra di chitarre elettriche tra Manchester e Londra

Albert King

La versione di Born Under A Bad Sign, canzone di Albert King, la versione dei Cream, quindi, è la migliore. Una l'ha registrata anche Peter Green. Non era stato ancora detto; i Pink Floyd poi possono sicuramente distrarre e confondere, è ovvio, ci mancherebbe, cavoli, la musica psichedelica è una vera figata; si fa quindi preferire il primo dei velvet underground, ma poi the dark side of the moon è quanto di meglio abbia offerto il music business fino ad ora; ma i Cream sono imbattibili se non sono i migliori. E poi sono la miglior band di hard blues bianco elettrico. Loro sono i padri naturali dell'Hard Rock - a cui ha contribuito anche Peter Green.

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“Blues Brakers with Eric Clapton”: la via Inglese al blues

La convinzione che il blues fosse roba per pochi eletti uomini di colore era ancora molto forte nei primi anni ’60. Mostri sacri come B.B.King, Little Walter, Robert Johnson, Howlin Wolf, Sonny Boy Williamson, erano visti con ammirazione e devozione da schiere di giovani musicisti che tentavano i primi timidi approcci agli strumenti. La maestria tecnica, la vocalità implorante e grezza, i riff micidiali e perfino i tormenti interiori erano visti come qualità intrinseche, inimitabili, perfino difficilmente comprensibili da un pubblico bianco. Essere uomini di blues era una faccenda terribilmente seria. Le cose cambiano verso la metà degli anni ’60, quando John Mayall, talentuoso polistrumentista britannico, solo sulla carta nato a Macclesfield, intuisce che può esserci un approccio diverso alla musica dell’anima.

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“Rumours”: i tormenti dei Fleetwood Mac

Dopo aver attraversato una marea di peripezie ed una pletora di formazioni, i Fleetwood Mac si ritrovano, alla metà degli anni ’70, davanti ad un bivio epocale: rimanere una band underground o entrare definitivamente tra i grandi del rock. La scelta ovviamente cade sulla seconda ipotesi quindi, da oscuri interpreti di puro British Blues derivanti da una costola dei Bluesbrakers di John Myall, il gruppo si trasforma in una sfavillante fabbrica di puro pop.

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