La morte dell’Ambasciatore Attanasio svela il dramma del Congo, terra martoriata, un incubo lì da oltre un secolo. Ne hanno scritto, con varia intensità, in tanti: da Conrad a Conan Doyle, da Gide a Pietro Savorgnan di Brazzà, il fondatore di Brazzaville. Il simbolo del Congo è l’Arcade du Cinquantenaire a Bruxelles. Commissionato da Leopoldo II nel 1880 per onorare i cinquant’anni dalla rivoluzione belga, fu realizzato nel 1905: trionfale è l’epiteto che gli calza a pennello. Che il simbolo dell’emancipazione del Belgio dal Regno Unito dei Paesi Bassi sia realizzato soggiogando uno dei paesi più ricchi dell’Africa oscura, è un paradosso crudele ed esemplare. “I profitti del Congo vennero usati per lanciare una grandiosa politica di opere pubbliche e di riqualificazione urbana. In Belgio, naturalmente. La magnifica Arcade du Cinquantenaire a Bruxelles, il famoso museo Tervuren, ampliamenti del palazzo reale, lavori pubblici a Ostenda, vari piani urbanistici: tutto fu finanziato dallo Stato libero del Congo” (John Reader, Africa. Biografia di un continente, Mondadori, 2001).
Read More »La libertà secondo André Gide e quella mancata della nostra società: ‘L’immoralista’ e ‘La porta stretta’ a confronto
L’immoralista (1902) e La porta stretta (1909) di André Gide sono due romanzi gemelli che vanno letti insieme per essere compresi singolarmente. La loro gemellarità emerge solo nella ossatura delle storie: in entrambe il protagonista tenta di realizzarsi abbracciando un percorso di purificazione. Ne L’Immoralista, Michel, colto parigino, dopo essere guarito da una malattia abbastanza puritana (o comunque conservatrice) come la tisi, sente dentro di sé il germe dell’immoralismo e comincia ad assecondarlo. Questo tra le altre cose lo spingerà a rifiutare la sua vita precedente, ad abiurare l’amore per la storia e per l’accademia che rappresentano ai suoi occhi delle trappole per il vero sentire. Il percorso di “purificazione” di sapore Nietzschiano porterà Michel fin nella palude della pedofilia; tutto questo immoralismo alla fine non sarà stato gratuito: la giovane moglie Marceline, della quale il libro racconta l’itinerante viaggio di nozze con Michel, si spegnerà lentamente all’ombra dell’egocentrismo del marito.
Read More »Amore e religione: il dramma di Gide in “Sinfonia Pastorale”
Da molti definito solo un “esercizio di stile”, la Sinfonia pastorale di André Gide probabilmente non ha mai goduto di una grande eco: trascurare un’opera del genere sarebbe però un grave errore. Scritto nel 1919, è la storia, raccontata in forma di diario, del rapporto tra un pastore protestante e una giovane ragazza non vedente. Tra le pieghe di questo diario-confessione, è facile scorgere l’intimo dell’autore: il suo travaglio religioso, la sua vita, le sue battaglie interiori che lo hanno contraddistinto.
Read More »André Gide, tra coraggio e prudenza
La vita di André Gide è lo specchio delle sue opere e del suo percorso di scrittore: cosa non scontata per molti suoi colleghi. Gide nasce a nel 1869 e vince il premio nobel nel 1947: pilastro della letteratura francese, la sua vita è stata caratterizzata da forti travagli interiori. Il suo percorso esistenziale è stato difficile, lungo, fatto di profonde cadute: “Gli spiriti non sottomessi sono il sale della terra e i responsabili di Dio”: queste sue parole sono forse quelle che più spiegano la sua complessità, complessità che ha donato interrogativi essenziali per chiunque legga le sue opere.
Read More »‘I Quaderni’ di Paul Valéry: la poesia come meditazione su ciò che ci accade e come festa dell’intelletto
La poesia è per Valéry meditazione su ciò che ci accade, eventi puramente mentali; ed è per questo che sceglie di dedicarsi intensamente a quest'attività, per non lasciar dubbi irrisolti e conti in sospeso con se stesso. Annoveriamo tra le sue opere più celebri, l'Introduzione al Metodo di Leonardo da Vinci che riassume, per Valery, l'ideale dell'uomo completo di spirito, figura in cui vengono conciliate alla perfezione arte e scienza.
Read More »‘I falsari’ di Gide: un viaggio nell’anima
I falsari è il romanzo che lo stesso autore Gide definisce “il suo primo e completo”: lo scrive nel 1925 e non è un semplice romanzo. Gide ci mette dentro tutte quelle che sono le sue tematiche che sente più vicine, più pressanti da proporre al pubblico: molta della critica lo definisce “un romanzo nel romanzo”.
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