Pur non riuscendo a realizzare l’accordo sulla legge elettorale, il modo in cui tale accordo era stato possibile getta luce sui suoi protagonisti, è dunque interessante analizzare i motivi profondi che hanno spinto tutti a mettersi d’accordo sulla legge proporzionale. Nessuno vuole il proporzionale, quindi? Quindi lo fanno. L’unico accordo fattibile, si potrebbe logicamente pensare, è escludere fin dal principio il proporzionale. Le dinamiche sottese a questo cambio di rotta permettono di far vedere se una classe dirigente sia o no Politica.
Read More »Il patto del Nazareno non si fa più
Ricomincia il Calvario pre-elettorale. Nuove dinamiche politiche in vista per le prossime elezioni che potranno svolgersi in un arco di tempo che va dal prossimo settembre alla scadenza naturale dell'attuale mandato. Saltano le trattative Renzi- Berlusconi. Il primo trova una quadra con il M5S per la nuova legge elettorale, mentre il secondo prova a richiamare a sé Salvini (e i suoi preziosi voti), che però si mostra tuttora refrattario.
Read More »Movimento 5 stelle. L’inesperienza e il sistema sono giustificazioni?
Il Movimento 5 stelle non è riuscito a cambiare l’alleanza al Parlamento europeo: voleva passare dall’alleanza con lo UKIP, United kingdom indipendent party, di Nigel Farage dentro il gruppo EFDD, Europe of freedom and direct democracy (anti-europeisti), all’ALDE, Alleanza dei democratici e liberali per l’Europa, di GuyVerhofstadt (europeisti). L’ALDE, tramite il suo leader, ha rifiutato l’alleanza. Alessandro di Battista, uno dei leader del direttorio del Movimento 5 stelle, ha reagito affermando, o meglio riaffermando, poiché lo dice ad ogni smacco, che è colpa del sistema che non ha voluto i 5 stelle. Tale presa di posizione non è però più giustificabile a gennaio 2017.
Read More »La fine delle avventure di Renzocchio. Storia di un premierino
C'era una volta…- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un presidente del consiglio. O meglio, un presidente del consiglio dimissionario, di nome Renzocchio. Sì, perché costui aveva solo da poche ore ricevuto la più grande batosta della vita sua. Una batosta sonorissima, enorme, semi-plebiscitaria e al momento giaceva sfranto e smarrito a culo molle sul sedile imbottito della poltroncina scarlatta collocata quasi al centro del suo gabinetto personale, però in procinto di essere a breve predisposto per qualchedun altro, per il suo successore, ancora ignoto. Subito dopo la consegna di quella cazzo di campanellina, il cui debole trillo sarebbe suonato alle sue orecchie come uno stuolo di campane a morto.
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