Probabilmente Il nero e l'argento non è un romanzo che lascia il segno, anzi a tratti risulta piatto, ma è un libro che consigliamo di leggere in quanto segna un ulteriore miglioramento sul piano dello stile di Giordano. Viene a galla che l'umore "nero" del protagonista (nero come la malattia), così carico di malinconia e "l'argento di lei", pieno di vitalità, luce, riflessi, non riescano più ad amalgamarsi, si ritrovano al limite del baratro senza rendersi conto che la forza, il coraggio e la tenacia della loro balia adesso è anche parte di loro stessi. E' dentro le stanze che le famiglie crescono: strepitanti, incerte, allegre, spaventate. Giovani coppie alle prime armi, pronte ad abbracciarsi o a perdersi. Come Nora e suo marito. Ma di quelle stanze bisogna prima o poi spalancare porte e finestre, aprirsi al tempo che passa, all'aria di fuori. Ed è così che la signora A., nell'attimo stesso in cui entra in casa per occuparsi delle faccende domestiche, diventa la custode di una relazione, la bussola per orientarsi nella bonaccia e nella burrasca. Con le pantofole allineate accanto alla porta e gli scontrini esatti al centesimo, l'appropriazione indebita della cucina e i pochi tesori di una sua vita segreta, appare fin da subito solida, testarda, magica, incrollabile
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