Con Sottomissione, Michel Houllebecq si candida a ruolo di cantore della scomparsa dell'Occidente per come lo abbiamo intravisto e, in parte, conosciuto. Questo sarà sì un romanzo fantapolitico ma parla di un suicidio volontario preparato e costruito nei decenni, il suicidio di una civiltà che ha smesso di essere se stessa, ha delegato, ad oggi, al denaro, forse un giorno delegherà all'islam, a tutto, pur di non accettare di dover recuperare le proprie radici per poter smettere di essere profondamente sottomesso.
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