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15 anni senza Alberto Sordi, fenomeno tutto italiano, intraducibile all’estero, il cui riso che suscita nello spettatore scaturisce da una deviazione dell’infantilismo

Alberto Sordi

Oggi potremmo ancora ridere con Alberto Sordi? Esistono ancora, gli italiani raccontati da Albertone? Facile rispondere di no, e del resto Sordi stesso, almeno negli ultimi 25 anni di carriera, raramente era riuscito a produrre maschere potenti: l'ultima volta con i due funerali della commedia all’italiana, Un borghese piccolo piccolo e I nuovi mostri; poi, solo Monicelli lo aveva recuperato con un ruolo all’altezza, archeologico e riassuntivo, Il marchese del Grillo (1982) Oggi gli italiani alla Sordi, i finti moralisti o i commercianti d'armi, gli arrampicatori sociali e i mezzibusti è difficile ritrarli con un briciolo di simpatia. Per fare delle commedie è quasi impossibile non scantonare verso la fiaba o verso il demenziale.

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Sei battute di “Amici Miei”, capolavoro della commedia italiana, per ricordare l’attore Gastone Moschin

gastone moschin

Firenze, 4 settembre 2017 - "Amici miei" è un film cult entrato nella storia del cinema italiano, amatissimo ancora oggi, a tanti anni di distanza. Gastone Moschin, scomparso lo scorso 4 settembre in Umbria, dove viveva da diversi anni,  fu presente in tutti e tre i capitoli, nel ruolo dell'architetto, dalla contagiosa risatina Rambaldo Melandri. Per quanto tutte le battute del film siano da antologia (e vale la pena di ricordare che fra gli sceneggiatori c'erano  Leo Benvenuti e Piero De Bernardi), alcune di quelle fatte pronunciare al Melandri sono davvero rimaste nella memoria e nel parlato comune, basti pensare ad espressioni non-sense come Antani, Supercazzola, Supercazzola con scappellamento, Confaldina...

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Un borghese piccolo piccolo e la parodia come memento

Un borghese piccolo piccolo

Un borghese piccolo piccolo (un titolo ch’è un programma) è quel capolavoro d’esordio del 1976 di Vincenzo Cerami (1940 ˗ 2013), che può essere annoverato, non a torto, tra le cose letterarie più ‘rumorose’ ed osservate del panorama culturale italiano. Italo Calvino, in una nota alla prima edizione, fece notare l’abilità dell’autore (alunno prediletto di Pier Paolo Pasolini) nel rendere, una storia d’impiegati, un grandioso e crudo susseguirsi di fatti romanzeschi.

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