La neoavanguardia è un movimento letterario cui hanno dato vita critici e scrittori italiani sul finire degli anni 1950, con la crisi dell'entusiamo post-resistenziale, con la presa di coscienza che la situazione politica venisse a rinchiudersi e con la messa in discussione della "teoria del rispecchiamento" (propria del neorealismo che aveva dato vita ad opere come Cristo si è fermato a Eboli, Uomini e no, Se questo è un uomo) da parte della fenomenologia e dello strutturalismo.
Read More »Umberto D. di Vittorio De Sica: storia di un capolavoro
Una pietra miliare della storia del cinema, una delle vette del neorealismo, il capolavoro Umberto D. di Vittorio De Sica, alla sua uscita, nel 1952 è stato oggetto di forti polemiche sia da destra (famoso l’intervento dell’onorevole Giulio Andreotti, che accusò De Sica di eccessivo pessimismo e di non ricordare che l’Italia era anche patria di don Bosco, di Forlanini e di una progredita legislazione sociale), sia da sinistra, per la mitologia del “personaggio positivo”, che il film smentiva, non prestandosi a essere semplicisticamente definito “un appello alla solidarietà umana”.
Read More »Il cinema secondo Cesare Zavattini
Cesare Zavattini (Luzzara, 20 settembre 1902 – Roma, 13 ottobre 1989) è stato tra i più grandi sceneggiatori che il cinema italiano abbia mai avuto, grazie a lui l’Italia ha scoperto “l’attualità” anche nei film. Film come Ladri di biciclette, Umberto D., I bambini ci guardano, Quattro passi tra le nuvole, Sciuscià, Miracolo a Milano, portano la sua firma di sceneggiatore. Sono di estremo interesse le sue riflessioni sul cinema, le quali ci fanno comprendere meglio anche la stagione neorealista e le sue origini. Il nostro cinema, grazie alla guerra, ha scoperto la quotidianità, la fame, la miseria e lo sfruttamento.
Read More »“Il codice di Perelà”: il Cristo mancato di Aldo Palazzeschi?
"Il codice di Perelà" è un romanzo ricco e variegato che affronta la realtà in termini favolistici e affidandosi ad un'allegoria errmetica che fanno sorgere spontanea la domanda: Perelà è un antiromanzo ambiziosamente cristologico?
Read More »“Gli Amori Difficili”: un viaggio nel disagio dell’amore
Una relazione è fatta anche di silenzi, momenti sospesi, azioni imponderabili di cui non è possibile prevederne lo sviluppo successivo: Calvino riesce a meraviglia a dare uno spaccato di questa situazione, facendo prendere forma a venti coppie, quaranta persone che nei vari racconti che si susseguono (solo due narrati in prima persona), si guardano, si toccano, si parlano, sognano ad occhi aperti. L’amore è anche una cosa difficile: paradossalmente Calvino sembra voler dirci che questa particolare relazione tra due persone sia fondata in realtà su un principio di incomunicabilità, su una difficoltà nell’approcciare l’altro, su un disagio verso se stessi che si riflette al momento del contatto con l’altra persona.
Read More »Uomini e no: la lezione esistenziale di Elio Vittorini
In "Uomini e no", che non puo' essere di certo considerato un romanzo celebrativo di carattere politico, il dato storico bruciante, la Resistenza a Milano, spinge l'autore ad essere molto più fedele al dato storico, ed infatti c'è una difficoltà di superamento proprio in un ampliarsi del nucleo narrativo che, questa volta, cambia e si arricchisce con nuovi dettagli e descrizioni.
Read More »‘Paesi Tuoi’: la porta principale del neorealismo italiano
“Paesi Tuoi” è il primo romanzo di Cesare Pavese: scritto dall’autore nel 1939 ma pubblicato nel 1941. Rappresenta un forte punto di svolta per la narrativa del novecento: il libro di Pavese infatti si andrà a collocare in quella che molti chiameranno “corrente neo realista”. Imprescindibile caposaldo della letteratura italiana, "Paesi Tuoi" preannuncia il tema fondante della sua opera letteraria: il rapporto tra città e campagna. Questo, però, è solo il tema principale da cui nascono e si diramano vari altri temi concatenati: città contro campagna vuol dire anche solitudine contro alienazione, vuol dire indagare il periodo del dopo guerra italiano, descrivere la “stanchezza” della gente che lavora, descrivere un mondo che sta tentando non solo di risorgere, ma che sta anche profondamente cambiando. E in questo cambiamento si insinuano i corpi malmessi dei contadini, gli sguardi persi dei migranti verso la città, si percepisce il disagio e la fatica di tutte quelle persone che si impegnano a costruire le fondamenta di una nuova nazione.
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