Guardando American Pastoral, film diretto da Ewan McGregor e uscito nei cinema statunitensi nel 2016, la struggente bellezza della storia raccontata da Philip Roth nell’omonimo romanzo del 1997 si percepisce a tratti e la pellicola colpisce più dal punto di vista emotivo che artistico. Non è certo una scelta facile esordire con l’adattamento di American Pastoral, un’opera nota, monumentale, forse troppo dark per un pubblico cinematografico. Adattare un tale colosso della letteratura al linguaggio del cinema significa riuscire a rendere l’atmosfera, le emozioni, le sensazioni, i pensieri e il non detto che aleggia in tutta la storia non usando le parole ma le immagini, gli sguardi degli attori e le loro interpretazioni.
Read More »‘Pastorale americana’ di Philip Roth. Il grande romanzo americano per eccellenza?
Pastorale Americana è un romanzo di Philip Roth del 1997, uno scrittore statunitense, considerato uno dei più importante scrittori contemporanei. Era nato a Newark, nel New Jersey da una famiglia di origine ebraica. Interessante della sua produzione letteraria è che, i suoi romanzi tendono ad essere autobiografici e, in tal senso, Roth creò una sorta di suo alter ego: Nathan Zuckerman, uno scrittore, come lui, attraverso cui cerca di portare nei suoi libri i profondi problemi della sua comunità, l’America lontana dai riflettori, l’America provinciale fatta di famiglie immigrate.
Read More »L’incubo americano nella letteratura di Carver, Ford, Franzen e Roth e il fascino della superficialità come una nuova forma di ignoranza
entrano in gioco i rapporti umani e viene in nostro aiuto Richard Ford, voce moderna e autorevole della letteratura americana contemporanea. Al pari di Carver, egli cerca di dipingere la realtà senza mistificazione, trasfigurando la quotidianità più cruda e provinciale: la desolazione lasciata dal passaggio dell’uragano Sandy, la stabilità medio borghese di un agente immobiliare, la rassegnata, quasi consapevole accettazione di un matrimonio fallito. Tutto questo continua a popolare, in maniera dominante e profeticamente ciclica, le vite di milioni di americani medi. La precarietà delle relazioni umane, alleviata soltanto da una provvisoria parvenza di benessere, è difatti alla base del substrato sociale americano: rappresenta la consueta contraddizione interna alla società e cultura made in USA. Espressione tangibile ne è la vicenda raccontata ne Il giorno dell’Indipendenza (Feltrinelli, 2015), in cui Ford tenta di ricondurre sotto un improbabile nucleo familiare il protagonista Frank Bascombe (eterno titubante, emblema della middle class americana), la sua nuova fidanzata Sally, giovane e infelice, e il suo problematico figlio adolescente Paul, avuto dalla prima moglie ormai orgogliosamente risposata.
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