Alla seconda prova dietro la macchina da presa (cinque anni dopo “Miele”), Valeria Golino si conferma dotata di una mano ferma e intensa nonché, com’è in fondo logico, assai sensibile e inclusiva nel rapporto con gli interpreti. “Euforia”, in effetti, è un film fragile e sommesso e limitandosi a soppesarne la trama anche un po’ scontato, ma il limite complessivo può tramutarsi in pregio qualora serva a fare convergere tutta la luce emotiva sull’ammirevole duetto dei protagonisti.
Read More »“Loro 2” di Sorrentino: Ecce Homo
Bisogna ringraziare i film di Paolo Sorrentino perché ogni volta risvegliano gli ardori non solo di tanti spettatori sonnacchiosi, ma anche delle persone che al cinema non ci vanno mai e di Bigelow o Nolan non sanno dire se siano musicisti o calciatori. Qualcuno potrà certo maledire gli zeli modaioli, ma diverte, invece, il fatto che il conoscente inaspettato o il vicino di autobus s’improvvisino cinéfili; anche se poi taliesternazioni servono a poco perché il giudizio è quasi sempre espresso negli estremi anchilosati di ottimo o pessimo. Finendo, così, per fare contento il maestro sempre più convinto del paradosso preferito, ossia che hanno tutti ragione e la sfumatura è l’unica discriminante che conta e gli interessa.
Read More »‘Loro 1’, l’esplorazione allucinata e vitalistica del visionario Sorrentino nel microcosmo letale e affaristico che circonda un uomo ricco e potente
Sorrentino non teme confronti, perché soltanto lui in tutto il cinema mondiale può avvicinarsi oggi allo spirito di un Rabelais moderno. Per cogliere appieno, infatti, il filo nascosto di Loro 1, cui seguirà il 10 maggio Loro 2, si deve evocare il capolavoro del grande scrittore e umanista cinquecentesco, il “politicamente scorretto” Gargantua e Pantaguele che nel prologo non a caso recita: “E, leggendo, non vi scandalizzate/ qui non si trova male né infezione/Meglio è di risa che di pianti scrivere/ché rider soprattutto è cosa umana”. Resteranno delusi, infatti, coloro che si aspettavano un pamphlet più o meno velenoso su Silvio Berlusconi che, per inciso, nel primo capitolo del dittico entra in scena solo dopo un’ora dall’inizio: agli antipodi dei dossier con la bava alla bocca, ma anche diverso da Il divo, questo poemetto rutilante, vitalistico, a tratti esilarante e a tratti squassato da vibrazioni sentimentali sorprendenti, riesce a tenersi in equilibrio tra eleganti aperture surrealiste e ricalchi di una piccola parte dell’infinita aneddotica, specie quella a carattere edonistico o scandalistico, proliferata attorno alla lunga marcia del Cavaliere. In Loro 1 la forma interpreta il contenuto, iniziando “in absentia” del mattatore, un’esplorazione allucinata del team letale e affarista che s’industria a portare dalla desolata Taranto ai paradisi milionari della Sardegna giochi di sesso e cocaina, peraltro abituali in molti ambienti ex repressi di provincia. Sulla falsariga così, del celebre ballo in terrazza di La grande bellezza, Sorrentino lancia, raddoppia e triplica facendo ruotare attorno al “talent scout” Sergio e alla luciferina Kira, magnificamente interpretati da Scamarcio e Smutniak, l’organizzazione di una pioggia di feste e balletti scatenati che culmineranno, ovviamente, nel tripudio hard-rock delle serate nelle splendide ville.
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